Settembre (da Le mie foto su Photo Vogue)

Stamattina voglio dire anch’io “Andiamo è tempo di migrare . . .”, voglio sospendere tra cielo e terra un lembo di terra da calpestare. Una nostalgica malinconia autunnale, come i famosi versi dannunziani ci insegnano, attraversa il tempo di oggi.

Non è il fresco vento che rovescia la città, non sono stati i tuoni di stanotte a piombare irriverenti sul sonno ammutolito dei giusti, non l’affacciarsi incerto del sole nel disegno itinerante della luce. Ma un senso di inadeguata presenza che ho avvertito camminando tra la folla abbronzata e frettolosa sui marciapiedi stamattina. Quasi un senso di stasi, nella bilancia dell’esistenza, tra i desiderata passati e quelli futuri. Calma piatta. Stop. Un fermo orizzontale come chi, nel settembre di D’Annunzio, vorrebbe essere vicino ai viandanti. Quei viandanti odierni che, con speranza e fiducia, volgono lo sguardo ai pesanti greggi dei loro pensieri e dei loro desideri.

Amichevolmente, Paola

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